Non hanno appartenenza politica ma solo voglia di partecipazione. Perchè le piazze italiane si trasformano in “mari pieni di sardine”?

Un mare di “sardine” ha invaso anche Palermo. La manifestazione del 22 novembre in piazza Verdi davanti al Teatro Massimo ha visto la partecipazione di migliaia di persone.

Una marea umana che è iniziata a Bologna il 14 novembre e che in pochissimo tempo sta invadendo le piazze italiane.

Il movimento, nato da un flash mob organizzato a Bologna da quattro giovani al grido di “Bologna non si Lega” per manifestare contro la Lega e la politica portata avanti dal partito di Matteo Salvini, sta dilagando in tutta Italia da nord a sud, da Milano a Palermo, e adesso prepara una grande manifestazione a Roma il 14 dicembre prossimo. Giovani e meno giovani, un gruppo variegato che ha deciso di scendere in piazza, senza bandiere di partito, senza segni distintivi ma solo con la canzone partigiana “Bella Ciao” che li unisce insieme nel manifestare contro populismo, facismo e razzismo.
Un risultato inatteso anche per gli organizzatori.

Il movimento sembra avere riscoperto la bellezza della partecipazione alla Politica, un movimento partito dal basso ma che si va strutturando velocemente, con un manifesto politico e la voglia di costruire una rete nazionale.

“Benvenuti in mare aperto” è il titolo del loro manifesto che rivolgendosi ai “populisti” annuncia loro che “la festa è finita”.

Si definiscono un “popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto”.

Da molte parti vengono attaccati perchè secondo i detrattori sarebbero capaci solo di dire no e di opporsi a una idea politica, ad un partito e al suo leader senza alcuna proposta e alternativa, per altri sono destinati a sparire come altri movimenti nati in Italia alla fine dello scorso secolo come il popolo viola o i girotondi.

Per tanti invece le “sardine” sono un rinnovato invito a svegliarsi dal torpore e a diventare protagonisti di una nuova fase politica.

Il movimento è in divenire ed è quindi ancora difficile prevedere quale sarà la sua evoluzione e come e quanto potrà realmente incidere nella storia politica del paese, ma pare chiaro che la politica e i partiti nei prossimi mesi dovranno fare i conti con questa nuova voglia di partecipazione.

In questo momento è precoce trovare una definizione di questo movimento “liquido”, osserveremo bene questa nuova realtà e le sue prossime iniziative per comprenderla al  meglio.

Foto Silvia Bonomo

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