Un giovane su due tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di essere stato aggredito, vessato o offeso da un coetaneo
Più della metà dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni in Italia è stato vittima di offese, aggressioni o atteggiamenti poco rispettosi da parte di coetanei. È questo il dato allarmante che deve spingere tutti a una riflessione non più rinviabile.
Episodi che variano per intensità e per frequenza, ma fin troppo diffusi: circa il 20% dei ragazzi ha infatti dichiarato di essere costretto a subire assiduamente atti di bullismo, il 9% addirittura una o più volte a settimana, il 30% solo qualche volta nell’anno.
Sono più le ragazze (il 56%) che i ragazzi (il 50%) ad essere stati presi di mira dai coetanei.
Nel sud Italia il 49% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni ha confessato di avere subito atteggiamenti offensivi, violenti o poco rispettosi, spesso nell’ambito scolastico.
Questi sono solo alcuni dei dati raccolti dall’Istat nell’ambito dell’indagine sugli “Aspetti della Vita Quotidiana” (leggi) e che ha fotografato il rapporto tra gli adolescenti e il bullismo: offese, derisione, minacce, aggressioni con spintoni, calci e pugni, danneggiamenti, diffamazione, storie e/o bugie messe in giro con l’intento di screditare ed escludere sono le principali forme che il “fenomeno” bullismo prende nel vivere quotidiano.
Una ricerca condotta recentemente dal Centro Studi Pio La Torre evidenzia come il 23,59% degli studenti è stato testimone diretto di atti di bullismo, mentre il 14,51% ne è stato vittima.
Ad amplificare tutto oggi l’uso dei cellulari, delle chat tra ragazzi e dei social network che spesso provocano un effetto dirompente facendosi strumenti attraverso i quali si consuma l’attacco: il cosiddetto cyberbullismo.
Spesso poi sono gli stessi social network a far accendere il campanello d’allarme per gli adulti che prendono consapevolezza di ciò che accade ai propri figli, come la cronaca recente ha confermato dimostrando che anche il nostro territorio non è esente.
I dati dimostrano quanto purtroppo sia esteso il fenomeno e come, per quanto spesso in maniera rassicurante pensiamo che sia da noi lontano, può essere invece molto vicino ai nostri vissuti. Per questo motivo è sempre più necessario che nei nostri paesi si costruiscano e consolidino realtà aggregative sane sempre più inclusive e che le scuole, le parrocchie e le famiglie prestino la massima attenzione ai giovani creando tutti gli strumenti utili per arginare un fenomeno che, anche amplificato dai media, sembra sempre più dilagante.
*i dati si riferiscono al Report Istat “IL BULLISMO IN ITALIA: COMPORTAMENTI OFFENSIVI E VIOLENTI TRA I GIOVANISSIMI” pubblicato nel 2015
Scarica il Report Statistico completo
YouPol. Bullismo? Segnalalo alla Polizia
L’Applicazione della polizia di Stato

La Polizia di Stato ha messo a punto una applicazione che permette all’utente di interagire con gli agenti per inviare segnalazioni (testuali o fotografiche) relative a episodi di bullismo e di spaccio di sostanze stupefacenti.
La segnalazione viene geolocalizzata, consentendo di conoscere in tempo reale il luogo degli eventi oppure è possibile inviare una segnalazione inserendo manualmente il luogo in cui l’episodio è stato registrato.
L’ applicazione è stata realizzata per prevenire le fenomenologie del bullismo e dello spaccio delle sostanze stupefacenti.