Misura economica per il rilancio delle zone interne dell’Isola

Da tempo le zone franche montane (zfm) sono al centro del dibattito politico regionale. Amministratori, cittadini, associazioni di categoria, imprenditori chiedono ai deputati seduti all’Ars di ragionare sulla proposta che le istituisca, tradotta in un disegno di legge in discussione all’aula dopo il parere positivo della Commissione Bilancio. Il risultato immediato sarebbe una fiscalità di vantaggio per le aziende che opererebbero nei relativi territori così individuati, già svantaggiati per la pessima rete viaria, la desertificazione produttiva e di risorse umane dovuta a una preoccupante emigrazione soprattutto giovanile, per la carenza di servizi e la posizione geografica.

L’input, nel comprensorio, è partito dalle Alte Madonie e, in particolare, da un comitato promotore formato dai Centri commerciali naturali di Gangi, Petralia Sottana, Polizzi Generosa e Nicosia, da Confesercenti, Cgil Madonie, Casartigiani Palermo, dal coordinamento dei Borghi più belli d’Italia in Sicilia e dall’associazione “Il Caleidoscopio”. Un passaggio formale di rilievo politico è stata l’approvazione, da parte di 132 consigli comunali dei centri montani interessati posti a oltre 500 metri di altitudine, di un ordine del giorno che vorrebbe impegnare il parlamento regionale all’approvazione della legge sulla montagna istitutiva delle zfm.

«Le Zfm – precisa in una nota il Comitato promotore – costituiscono una misura di politica economica adottabile dal governo siciliano per il rilancio delle zone interne dell’isola che nel tempo subiscono un lento processo di spopolamento. L’obiettivo – aggiungono – è l’attrazione di iniziative imprenditoriali che fungano da volano sociale ed economico; il marketing territoriale è rivolto ovviamente anche ai non siciliani che intendano trasferire la sede legale e operativa della propria attività imprenditoriale».
Un nodo da sciogliere, a regime, sarebbe poi quello delle risorse finanziarie necessarie a sostenere il progetto delle zfm nell’ambito del rapporto tra la Sicilia e Roma.