Questo il messaggio che la prof.ssa Maria Antonietta Spinosa ha rivolto a Mons. Marciante a nome della chiesa Cefaludense

Spero di corrispondere all’incarico ricevuto, attestazione di stima, accredito di fiducia nella mia persona: in me, malgrado me; intendo mutarlo indifferibilmente in debito di impegno affettuoso, per raccogliere i sensi di ogni gratitudine che ciascuno di noi, che oggi facciamo qui a Lei corona, possa rivolgerLe, vescovo Giuseppe, così indirizzandoLe l’augurio di un santo Natale del Signore, per un Santo Natale nel Signore.

Non essere costretti dal più grande, essere invece contenuti nel più piccolo è infatti il divino: è una citazione in spirito ignaziano che pongo a mo’ di antifona, perchè interpreti l’espressione «nel Signore» che ho scelto per questi auguri.

Credo proprio che papa Francesco la renda lezione di vita o forse, meglio ancora, esperienza viva.

Ci aiuti Lei, Vescovo Giuseppe, a crescere: ma dunque per diminuzione.

Detto tutto di un fiato allora grazie di averci fatti incamminare, in stile sinodale, per la via della Bellezza Trasfigurante, nella convinzione che in questo consista l’essenziale.

Grazie inanzitutto per questo, grazie di questo: di averci disposti alla sinodalità. Il suo profilo umano cordiale si è coniugato al tratto pastorale della disponibilità a condividere le attese di questa Chiesa cefaludense: sostenendoci, sollecitandoci.

Si è mostrato a noi esemplare compagno di strada, vicino a noi divenuti sua gente, per segnare lo stesso passo.

Grazie perchè le strade per le quali ha scelto di condurci anche attraverso le sue due lettere che aprono percorsi e non circoscrivono programmi, si incrociano lungo la via della Bellezza, Per Viam Pulchritudinis, modo eminente del dirsi e del darsi di Dio all’uomo: Sua la tenace determinazione di aprire cantieri di impegno e impiego per i giovani di questa Sicilia che va spopolandosi, mettendo a servizio i beni artistici ecclesiali in un pregevole progetto, secondo il quale la cultura prodotta dalla fede possa schiudere orizzonti di senso agli uomini di oggi.

In tal contesto si situa pure la solerte opera di valorizzazione del Lascito “Mariano Campo”, eminente presbitero e insigne studioso, figlio e padre oserei chiamarlo, della nostra comunità ecclesiale.

Egli certamente sta approvando la Sua stategia evangelizzatrice:Dall’amore della Bellezza alla Bellezza dell’amore questione pure a me assai cara.

Grazie, infine, per aver ritenuto tutto questo come essenziale.

A partire dalla rivitalizzazione del nostro Seminario, frontiera della speranza di ogni chiesa, tempo e spazio di discernimento vocazionale, e dalla istituzione della “casa del Mandorlo”, centro di accoglienza e interazione a mio giudizio irrinunciabile per ogni chiesa: ci faccia accorgere che, ospitando lo Straniero, facciamo salvifica esperienza di Dio, di quel nostro Dio, che pure resta sempre il Totalmente Altro.

Detto-fatto tutto in un gesto:
Le offriamo in dono un anello nel quale è impressa la figura di Maria di Gibilmanna, custode della nostra Diocesi, Vergine Madre Assunta, e in questo anello ci consegniamo nelle sue mani, ci stringiamo a lei, Vescovo Giuseppe, e ci uniamo al «Sì» di Maria, insieme presentandoci alla festa di nozze, al mirabile scambio tra l’umano e il divino che oggi celebriamo.

Dio non solo è, in assoluto, è “di più”: esce dalla sua assolutezza, trascende la sua stessa trascendenza e si disloca, si abbassa, prende posizione, si prende cura, si mette in rapporto, insomma vive e ama: e perciò si muove e commuove, esiste e fa esistere a sua immagine; e la somiglianza, che non è uguaglianza, ha da esser vissuta nel segno della nudità salvifica di un bimbo che nasce: quel Figlio che pure, a sua volta, ci genera nell’operosità umile dei pastori, dei poveri e degli ultimi, chini sulla terra, che soli sanno trovarlo, nella speranza, contro ogni
speranza; nell’abbraccio di pace degli angeli in cui anche il cielo si curva a noi misericordioso e benigno; nella semplicità adorante di Giuseppe, vigile e silente testimone del Mistero; nella accoglienza timorata ma senza riserve di Maria,che affina in noi il gusto e l’interesse dell’essenziale, di ciò che basta e che però insieme deve sempre mancare.

Santo Natale nel Signore dunque, vescovo Giuseppe.

L’essenziale è invisibile agli occhi, ma il Dio che vela e ri-vela a noi il Suo volto ha posto il nostro sguardo nella stessa direzione del Suo. Luce gentile, Egli viene, nonostante la notte: o forse proprio attraverso la notte. Proverbialmente momento propizio all’incontro per chi si ama, l’oscurità, più che farci fare affidamento sull’amore che abbiamo per Lui, ci fa confidare nell’amore che Lui ha per noi, nell’Amore che Lui è per noi.

EccoLe perciò l’anello per la festa, in cui Maria sta a ricordarci, a farci fare memoria della Donna in cui il Signore, Santo è il suo nome, ha sposato per sempre, e ancora trasfigura, di gloria in gloria, tutta la carne del mondo.

Sia perciò un Natale nel Signore per Tutti

Maria Antonietta Spinosa