Ventotto gli episodi segnalati dal 2016 al 2019 dall’ANAC. Nelle Isole il dato più basso sull’ievitabilità del fenomeno
Sono 117 le ordinanze di custodia cautelare per corruzione spiccate dall’Autorità giudiziaria in Italia fra l’agosto 2016 e l’agosto 2019, 152 i casi di corruzione emersi in Italia nel triennio: 1 a settimana. 28 di questi, il 18,4%, sono stati registrati in Sicilia. Nella nostra regione si sono verificati casi di corruzione pari a quelli registrati in tutte le regioni del Nord (29 in tutto).
E’ questo il quadro che viene fuori dal rapporto dell’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione nel rapporto presentato nell’ottobre 2019 (1).
La Sicilia è seguita dal Lazio (22 casi), la Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14).
Si tratta soprattutto di assegnazione di appalti (74%) ma anche di concorsi, procedimenti amministrativi, concezioni edilizie, corruzione in atti giudiziari. I settori maggiormente interessati sono quelli dei lavori pubblici (40%), dei rifiuti (22%) e della sanità (13%).
La corruzione “costa” 100 miliardi l’anno in Italia, una sorta di tassa occulta che pesa su tutti i cittadini.
Nel rapporto l’ANAC spiega come le “forme di condizionamento dell’apparato pubblico più estese e pervasive si registrano prevalentemente a livello locale (specie al Sud), secondo forme di penetrazione capillare nel tessuto sociale, economico-imprenditoriale, politico e istituzionale”.
Oggi il denaro, la “tangente”, continua ad essere il principale strumento per l’accordo illecito (nel 48% dei casi), ma esistono altre forme come l’assunzione di congiunti (nel 13% dei casi, l’assegnazione di prestazioni professionali, soprattutto sotto forma di consulenze (11%), ma anche regalie e prestazioni di ogni tipo: pagamento benzina, pernottamentio, pasti, ristrutturazioni edilizie, riparazioni, tinteggiatura ed anche prestazioni di tipo sessuale. Spesso si tratta di contropartite di modesto valore che indicano come a volte la funzione pubblica ricoperta venga “svenduta” per poche centinaia di euro.
Il dato è sconfortante certamente, ma come viene percepita la corruzione dai cittadini?
Un quarto degli italiani considera la corruzione “un fatto naturale ed inevitabile” e più del 60% ritiene pericoloso denunciare fatti di corruzione, per uno su tre la denuncia è inutile (2).
Ma se il Sud fa registrare il dato più alto con il 27,9% dei cittadini che pensa che il fenomeno sia ineluttabile, nelle Isole (Sicilia e Sardegna) si registra una inversione rispetto alla media nazionale: solo il 22,3% pensa che non ci sia nulla da fare contro il fenomeno corruttivo, un dato certamente alto ma che si distingue dal resto d’Italia. Forse la percezione di come la corruzione sia stata e continua ad essere una delle zavorre per lo sviluppo dell’Isola in un momento storico in cui si chiede un cambio di rotta aumenta la consapevolezza dei cittadini. Se nelle isole il 33,2% pensa che denunciare fatti di corruzione sia inutile, nel Nord Italia la percentuale è di poco più bassa del 38.
Lo stesso andamento possiamo osservare sulla pericolosità della denuncia: se nel nord la percentuale di chi pensa che denunciare un episodio di corruttela sia pericoloso (65,7), nelle isole la percentuale scende al 53,2%.
Una maggiore consapevolezza della corruzione e le segnalazioni di episodi corruttivi da parte dei cittadini può aiutare a svincolarsi da un fenomeno ancora ben radicato nella società italiana. Un fenomeno che al pari della criminalità organizzata va combattuto ogni giorno nella quotidianità.
(1) ANAC, La Corruzione in Italia (2016-2019). Numeri, luoghi e contropartite del malaffare
(2) Istat, Senso civico: Atteggiamenti e comportamenti dei cittadini nella vita quotidiana