Il sindaco: «La inviteremo in paese. Evitiamo strumentalizzazioni»

Da giorni tiene banco sui media l’affaire Segre nato in seno al consiglio comunale di Geraci Siculo, la cittadina madonita salita suo malgrado alla ribalta nazionale. Il caso è scoppiato nel corso della seduta del 9 gennaio scorso che aveva all’ordine del giorno l’unico punto su “misure di sostegno alla lotta contro il razzismo e la xenofobia e conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice a vita Liliana Segre”, secondo la richiesta avanzata dal gruppo di minoranza “Uniamo Geraci”. Il provvedimento è stato bocciato dalla maggioranza di “Geraci Bene Comune”, a sostegno del sindaco Luigi Iuppa, e quel no alla senatrice a vita e tra le ultime testimoni della tragedia di Auschwitz ha aperto le porte di forti polemiche. Liliana Segre, fautrice della commissione parlamentare contro l’odio, era già stata al centro, mesi fa, di simili vicende.

La proposta era giunta in consiglio dopo l’approvazione, all’unanimità, dell’adesione alla “Rete dei Comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo” il 23 dicembre: temi uguali che smarcherebbero la maggioranza da accuse pesanti, insieme all’iniziativa della posa, lo scorso aprile, della prima pietra d’inciampo in Sicilia, in onore del geracese Liborio Baldanza, antifascista e deportato in campo di concentramento. In quell’occasione venne invitata proprio la senatrice Segre che non poté presenziare, inviando un messaggio poi letto nel corso della cerimonia. Eppure il dato rimane per la portata dirompente che quel no ha recato con se.

«La proposta – precisano i tre consiglieri di minoranza – è stata bocciata dai componenti del gruppo consiliare di maggioranza con la piena condivisione politica del sindaco Luigi Iuppa e di tutta l’Amministrazione comunale benché si ponesse in continuità con il percorso già intrapreso nella comunità geracese». E poi la stoccata: «In estrema sintesi, per quanto emerso dalle dichiarazioni il valore e l’autorevolezza della signora Segre sarebbero già stati riconosciuti con la sua nomina a Senatrice a vita, ritenendosi, pertanto, immeritevole e fuori luogo il riconoscimento alla stessa anche della cittadinanza onoraria di Geraci Siculo, comunità rispetto alla quale la signora Segre non avrebbe ad oggi acquisito alcun merito particolare. Inoltre – chiosano – non si riterrebbe giustificata la concessione della cittadinanza onoraria di Geraci Siculo alla sola Senatrice Segre poiché, in tal caso, la stessa dovrebbe concedersi anche a tutti gli altri deportati sopravvissuti per evitare discriminazioni tra essi. Il paradosso e la risibilità di tali tesi è evidente a tutti».

L’amministrazione e la maggioranza, dal canto loro, hanno risposto con una nota fatta circolare a caso scoppiato denunciando la strumentalizzazione della minoranza, peraltro «poco presente» alle iniziative realizzate in passato. Nella nota si precisa che «la cittadinanza onoraria concessa ad una personalità importante e significativa, senza un percorso di condivisione e di partecipazione con la realtà locale, rischierebbe di rimanere un episodio isolato e non darebbe nessun contributo a quel percorso di sensibilizzazione e di informazione su temi così importanti quali l’antisemitismo e il razzismo». I consiglieri di maggioranza parlano di condivisione dei valori incarnati dalla senatrice Segre e proprio per questo avevano proposto un percorso più articolato «raccogliendo anche l’appello dell’Associazione Nazionale degli ex deportati nei campi nazisti, l’Aned, e del suo presidente, Dario Venegoni, che ha comunicato che in Italia vivono ancora circa cento persone sopravvissute al dramma dei lager che possono essere testimonianza altrettanto preziosa». Di Venegoni condividono le parole: «Lo strumento della cittadinanza onoraria non deve essere una “facile scorciatoia”»; da qui l’opportunità di conferire la cittadinanza onoraria «a personalità che instaurano un legame con il territorio comunale». Il percorso articolato immaginato prevedeva l’adozione di un manifesto contro il razzismo, l’individuazione, attraverso l’Aned, di sopravvissuti dei lager di origine madonita od originarie del palermitano «al fine di poterle invitare a Geraci per una loro testimonianza»; invito esteso alla Segre e che adesso sarà fatto in occasione dell’anniversario della posa della pietra d’inciampo.

E concludono: «I consiglieri del gruppo di minoranza non hanno però condiviso questo percorso e hanno di contro chiesto di mettere ai voti esclusivamente la proposta di concessione della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, nella stessa seduta consiliare. Una fretta ed una tempestività che non trova alcuna giustificazione se non quella di ottenere e poter mettere in atto una esposizione mediatica, come è di fatti tempestivamente avvenuto, con la pubblicazione sui social di un comunicato denigratorio nei confronti dei consiglieri che non hanno votato la concessione della cittadinanza onoraria».

Quel che è certo – sensibilità, posizioni e opportunità politiche a parte – è che l’immagine del piccolo borgo madonita ne è uscita parecchio incrinata; dalla sostanza dei simboli spesso passano letture fin troppo sintetiche che, mettendo dentro memoria, antisemitismo e razzismo, rischiano di far saltare il banco di comunità che non ne hanno mai accolto le estremizzazioni o le derive di turno. Anche questo sarà tema che occuperà il dibattito locale per parecchio tempo ancora.

Foto Repubblica.it