I numeri dell’occupazione femminile in Sicilia stridono a confronto con l’impegno femminile

Viene fatta risalire ai primi del Novecento la festa delle donne che oggi celebriamo l’8 marzo sotto il nome di Giornata Internazionale della donna.

Il genere femminile ha vissuto dalle origini e vive ancora oggi molte battaglie e conquiste in campo politico, sociale, economico e culturale. Sfide che meritano un momento di ricordo e riflessione.

La donna, creatura benedetta da Dio insieme alle altre, è chiamata insieme all’uomo sin da principio a faticare in nome di quella libertà desiderata fino al rinnegamento del Creatore stesso.

Belle e benedette, le scopriamo davvero così le donne di ieri e di oggi, in prima linea accanto all’uomo nelle grandi sfide, come le più giovani Greta e Alessia  di cui hanno scritto negli ultimi giorni i giornali, l’una ormai famosa paladina dell’ambiente e l’altra studentessa dell’ITE “E.Tosi” di Busto Arsizio, esordiente scrittrice antirazzista.

Impegnate, eppure sanno già che non sarà facile ottenere un lavoro retribuito.

L’unica creata per stare accanto al genere maschile, di fronte, alla pari, la donna rappresenta tuttora “un aiuto che gli corrisponda” (Gen 2, 18.22) purtroppo malcorrisposto o per niente retribuito.

“State molto attenti a far piangere una donna, che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata,
né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… 
un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere Amata”, commenta il Talmud.

La donna, madre, sorella, compagna, amica, collega, guida, capo, corrisponde all’uomo padre, fratello, compagno, amico, collega, guida e capo ma non viene assunta, non viene pagata.

Nella nostra Sicilia ci si chiede se sia ancora un retaggio culturale di un popolo maschilista che preferiva tenere le donne in casa ancorandosi a detti come “Fimmina ‘mpiegata si ‘un è maniata è tuccata”.

Detti a parte, secondo i dati pubblicati dall’ Ansa il 4 novembre 2019 dal rapporto Svimez sull’occupazione femminile, rielaborati da Eurostat e Istat, la Sicilia risulta penultima su 277 regioni d’Europa, con un tasso di lavoro in rosa del 29,1%, contro la regione di Stoccolma, in cima alla classifica, dove il tasso di occupazione femminile è al 79,7%.

Secondo uno studio dell’ufficio statistica della Regione siciliana, nell’isola le donne occupate nel 2018 erano 489.536, 9 mila in meno (-1,8%) rispetto al 2008. Nello stesso periodo l’occupazione femminile in Italia ha mostrato, viceversa, una crescita di quasi 500 mila (+5,4%) posti, probabilmente a compensare il calo dell’occupazione maschile di circa 374 mila posti (-2,7%) in Italia di cui 107 mila posti (-10,9) nella sola Sicilia.

L’occupazione femminile dell’isola è aumentata di 2 punti rispetto ai dieci anni precedenti salendo al 35,9% del totale ma il rapporto ha evidenziato il suo crescente invecchiamento. Le donne per cui l’attività lavorativa si prolunga oltre i 44 anni sono passate in Sicilia dal 40,1% del 2008 (Italia 36,2%) al 52,6% del 2018 (Italia 51,4%).

La difficoltà maggiore è per le giovanissime. Le lavoratrici 25-34enni siciliane che nel 2008 erano il 32,9% contro il 59,7% in Italia, si sono ridotte nel 2018 al 29,0% contro il 53,3%, un divario di 27 punti nel 2008 sceso a 24 nel 2018.

Nel decennio sono aumentate del 52,4 % anche le donne che cercano e non trovano lavoro, da circa 103mila a quasi 157mila.

Insieme ad esse è cresciuta la richiesta di lavoro da parte delle donne ex-inattive. Assistiamo in Sicilia ad un incremento del 47%, oltre 10 mila unità. Meno dinamico percentualmente (+26,3%) è invece l’aumento delle donne in cerca di occupazione ma senza precedenti esperienze lavorative, 14.700 unità.

La ricerca rileva che il titolo di studio “non garantisce il raggiungimento di una posizione lavorativa conforme alla qualifica raggiunta e che il trend di domanda insoddisfatta dell’ultimo decennio risulta in crescita per tutti i livelli di istruzione” (ANSA).

Allo stesso tempo cresce il part-time involontario che ha superato il 60% del totale contro il 34,9 dello stesso periodo del 2007. Non scelto come strumento di conciliazione dei tempi di vita, il part-time si aggiunge alla maggior parte del lavoro familiare che le donne continuano a svolgere tra le mura domestiche.

Insomma, il lavoro femminile rappresenta una difficoltà oggettiva che risente di tutte le problematiche che oggi investono il mondo del lavoro.

La donna oggi “fatica a trovare” un lavoro retribuito ma come sempre non ha difficoltà “a trovare fatica”, come illustrato bene nel fumetto Bastava chiedere di Emma, una blogger femminista francese.

L’augurio più bello che possiamo ricevere oggi è che si creda in frasi come quelle di Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti durante un evento privato sulla leadership a Singapore ha affermato

“Se le donne guidassero tutti i paesi del mondo, ci sarebbe un miglioramento generale degli standard di vita e dei risultati”.

Quasi una parafrasi ai bellissimi proverbi

Bedda matri lu munnu sbrogghia, l’ammanta cu lu velu e lu cummogghia. Mugghieri onesta, trisoru chi resta.

(Una buona madre toglie ogni ostacolo, lo copre con il velo e lo nasconde. La moglie onesta è tesoro a disposizione).

Perché siamo così, madri o sorelle, diamo l’anima per risolvere ogni cosa e proteggere chi ci circonda dagli inconvenienti che possono affliggerlo. Buona festa!