Siamo tutti connessi, facciamo rete in quel villaggio globale, in quell’unica comunità che è l’umanità intera: noi, non io e gli altri, noi!
La tecnologia, il web, i social, a volte criticati e stigmatizzati come mezzo di alienazione, ci aiutano a superare il senso di “solitudine” che stiamo vivendo in questo periodo e riscoprono la loro natura di strumenti di prossimità, umana, sociale e spirituale.
Così il mondo della scuola si adopera per garantire, pur tra tante difficoltà, la continuità nell’azione didattica e il contatto virtuale con gli alunni e le famiglie, garantendo il diritto allo studio degli alunni e contribuendo, anche in momento di stravolgimento delle normali abitudini di vita e in assenza della dimensione relazionale in presenza, alla loro crescita umana e professionale, in un’attenzione didattica che è già segno di quel prendersi cura che è obbligo morale di ciascun formatore.
Il mondo del lavoro, delle aziende, delle pubbliche amministrazioni sperimenta il lavoro agile, lo smart working, nell’interesse della salute del lavoratore, garantendo servizi e produttività.
Il mondo della politica ai tempi del coronavirus si attrezza ad affrontare l’emergenza e si attiene alle misure adottate dal governo: comizi annullati, conferenze stampa deserte o in streaming, Camere a ritmo ridotto, stop ai selfie, domande via whatsapp…e così facebook, twitter, youtube diventano gli unici canali di comunicazione diretta tra politici e cittadini ‘sicuri’ da contagio.
Anche la Chiesa italiana, condividendo le misure adottate, assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus e sospende tutte le cerimonie religiose in presenza del popolo, arrivando a decretare, nei casi più gravi, la chiusura dei luoghi di culto. Il Vaticano annuncia che le celebrazioni delle Settimana Santa saranno senza fedeli, come già accade per le udienze generali, gli Angelus e le messe del mattino a Santa Marta che celebra il Papa.
La Chiesa attraverso i suoi pastori, i suoi sacerdoti e i laici riscopre nuove forme di evangelizzazione continuando a tessere con fede, passione e pazienza i rapporti con le comunità, infondendo fiducia e speranza. Una grande mobilitazione spirituale in ogni parte d’Italia, attraverso l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e i social, mostra la presenza di una comunità cristiana viva, pronta a far sentire la sua presenza, condividendo la sofferenza e la preoccupazione dei fedeli.
La nostra chiesa diocesana, da subito, ha voluto sperimentarsi in questo cammino di vicinanza e sostegno spirituale ai fedeli, fino alla creazione di un apposito palinsesto.
Così domenica 15 marzo u.s., prima domenica di celebrazioni eucaristiche senza fedeli, ci siamo ritrovati con il nostro pastore, come samaritani del duemila, a Gibilmanna, ai piedi della Gran Signura, per invocare la sua protezione di madre che governa col cuore e vuole la salvezza dei suoi figli.
Tramite quel miracolo dell’intelligenza dell’uomo che dà respiro ai nostri affetti ci siamo connessi nell’ascolto della Parola e nella preghiera per gli ammalati colpiti dal virus, per gli anziani, le persone più fragili, i medici, gli infermieri, i volontari, le forze dell’ordine, la protezione civile ogni giorno in trincea contro questa dolorosa pandemia.
Domenica scorsa, 22 marzo, eravamo tutti nella nostra basilica cattedrale ai piedi del Pantocratore: ci siamo lasciati guidare dalla Sua Parola luminosa, lampada ai nostri passi, luce sul nostro cammino. Ci ha sostenuto la certezza che il Signore vede, non sta in silenzio, non è muto, che il Signore parla, anche quando noi non lo sentiamo, vede, anche quando noi vediamo.
Alla fine della liturgia eucaristica, la supplica a Gesù Salvatore per scongiurare il pericolo del contagio al tradizionale suono “a scunciuru” delle campane della cattedrale, come atto di rinnovata fede della nostra chiesa locale. Nel loro suono ci siamo affidati tutti alla mano potente di Gesù Salvatore, nei loro rintocchi abbiamo sentito la voce del Signore che parla al nostro cuore e dice “Non temere!”
Da tempo immemorabile l’uso delle campane è espressione cultuale della comunità ecclesiale. Risale all’antichità l’uso di ricorrere a suoni particolari delle campane per riunire il popolo cristiano in particolari momenti di preghiera: nel suono, nella voce delle campane si esprimono i sentimenti del popolo di Dio che, unito nella preghiera, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore.
Nella scampaniata solenne di Agata, Lucia e Immacolata, preparata in famiglia dalla preghiera fiduciosa del Salmo 91 “Chi abita al riparo dell’Altissimo”, noi fedeli di Cefalù ci siamo abbandonati fiduciosi nelle mani del nostro Salvatore, in una atto che manifesta la sete di Dio dei semplici, del popolo, nella manifestazione di una vita teologale animata dall’azione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori (cfr Rm 5,5).
La nostra settimana è, poi, scandita da appuntamenti e rubriche giornaliere (“S. Messa”, “OmeliArte”, “Ascoltate oggi la sua voce”, “Sulla via della croce”, “Rosario in famiglia”, “Cineforum in famiglia”, “Tiro a segno”, “La strada giusta”, “Noi AliArt”, “Lectio divina”, “Canto della Compieta”) a cura di vari servizi diocesani, parrocchie, comunità religiose: l’imperativo comune è farsi prossimo, arrivare, raggiungere, testimoniare l’essere chiesa, sempre e comunque.
Nuove forme di pastorale nei mezzi digitali incentivano la preghiera e il legame di comunione con la fantasia dettata dallo Spirito, facendo sentire vive le comunità e rafforzando i rapporti.
Una chiesa a porte chiuse, che non chiude però le porte, fa sentire la sua voce, invita a riscoprire la famiglia come chiesa domestica in cui valorizzare consolidate pratiche oranti: nelle case e per mezzo delle case, siamo invitati a riunirci a pregare insieme, magari intorno ad una candela accesa, per ricordarci che c’è Qualcuno che ci tiene uniti e che, in questo frangente di smarrimento, ci vuole bene.
Vicini, ma distanti, siamo tutti connessi…per pregare, pensare, cercare forme di prossimità con i fratelli e le sorelle…aspettando l’irrompere di una nuova vita, di una nuova primavera del cuore e dello spirito, di una vera Pasqua di Risurrezione!