Capienze ridotte, distanza tra tavoli, no menù cartacei. Protestano i ristoratori, in molti potrebbero decidere di non riaprire

Le Regioni hanno ottenuto il via libera dal governo per la riapertura di negozi, bar e ristoranti a partire da lunedì 18 maggio. L’accordo al termine di una videoconferenza tra i presidenti di regione e il Governo.
Le disposizioni definitive dovrebbero essere pubblicate tra mercoledì e giovedì in concomitanza con l’uscita dei primi dati ufficiali sul monitoraggio dei primi 10 giorni della Fase2 e si baseranno sulle indicazioni dell’Inail e dell’Istituto Superiore di Sanità per il rispetto del distanziamento sociale.

Per bar e ristoranti si prevede una distanza tra i tavoli di due metri, 4 metri quadri per ogni cliente.

Non sarà consentito l’uso dei menù cartacei classici, si suggerisce l’utilizzo di lavagne, menù sui siti o app oppure optare per stampati monouso.

Si suggerisce di rendere obbligatoria la prenotazione per evitare file all’esterno dei locali e di privilegiare i pagamenti elettronici.

I clienti dovranno indossare la mascherina per accedere all’interno del locale, spostamenti, pagamento alla cassa e utilizzo di servizi igienici.

Dovranno essere resi disponibili prodotti igienizzanti per clienti e personale anche in più punti in sala e, in particolare, per l’accesso ai servizi igienici che dovranno essere igienizzati frequentemente.

Monta la proteste da parte dei ristoratori che affermano che in queste condizioni è più conveniente non riaprire le attività.

Ieri, con un comunicato congiunto, 29 associazioni del comparto della ristorazione avevano avvertito che “se queste notizie trovassero corrispondenza nelle linee guida in emanazione, avrebbero come conseguenza la chiusura permanente di oltre l’80% dei locali presenti nel nostro Paese. […] Non c’è più tempo, servono urgentemente misure pertinenti alla realtà esistente. Chiediamo al Governo di consultarci prima di emanare le nuove disposizioni, coinvolgendo rappresentanti della ristorazione al tavolo decisionale”.

Dopo la diffusione delle linee guida protesta anche Confesercenti: “Con le nuove regole si riduce ad un terzo la capacità di ristoranti e bar, così si lavora in perdita. Servono nuovi sostegni a fondo perduto per gli operatori. Le nuove regole ridurrebbero la capacità dei ristoranti ad un terzo di quella attuale, obbligandone migliaia alla chiusura definitiva”.