L’interessante intervista di Alessandra Turrisi al Vescovo di Cefalù per Avvenire
Celebrazioni trasmesse in streaming, catechesi quotidiane, rubriche a cura dei servizi diocesani, per confrontarsi con esperti sui problemi sociali, pregare nelle case con le famiglie, offrire una lettura commentata della lettera pastorale del vescovo oppure organizzare incontri d’oratorio e laboratori con i ragazzi. La Chiesa di Cefalù ha messo in rete le forze più attive e ha organizzato per tutto il periodo dell’isolamento un palinsesto di attività settimanali da seguire attraverso il sito Web e i canali social diocesani. Un modo creativo per stare vicino alla gente in questa nuova dimensione dell’essere Chiesa. Promotore monsignor Giuseppe Marciante, vescovo di una diocesi che abbraccia un tratto di costa tirrenica per raggiungere anche tutti i paesi delle Madonie.
Internet alleato della pastorale. Come vi siete organizzati?
Appena arrivato a Cefalù, due anni fa, ho voluto subito impostare tutta la comunicazione della diocesi, perché oggi non si può vivere senza. La vita cristiana stessa è comunicazione, dall’annuncio dell’angelo all’annuncio della risurrezione. In tempi di coronavirus abbiamo arricchito questa capacità di comunicare potenziando la pastorale digitale. Mi sono fatto aiutare da forze giovani che navigano bene sul Web, con cui abbiamo realizzato un palinsesto giornaliero con alcune rubriche a cura dei servizi pastorali diocesani. Attraverso il sito della diocesi, Instagram per raggiungere i giovani, Youtube e Facebook, siamo riusciti a dare molto risalto alla Parola di Dio con la lectio divina e a spiegare la lettera pastorale sull’essenzialità attraverso il “Viaggio tra i pianeti” curato da un diacono permanente, traendo spunto da Il Piccolo Principe. E ancora il cineforum, “Tiro a segno” per approfondire i problemi del territorio, mettendo a confronto tante persone, e “Famiglia, piccola Chiesa domestica”, dove tante coppie hanno aperto virtualmente le porte della propria casa per pregare online. Ho anche preso parte a numerose videoconferenze con i presbiteri, ma anche con i sindaci del comprensorio, studiando soluzioni per il territorio in vista del ritorno alla normalità.
Avete anche intercettato la creatività delle parrocchie. Qualche esempio?
Le parrocchie si sono lasciate coinvolgere dalle iniziative diocesane, c’è stata un’emulazione positiva adattata alle esigenze locali. Hanno lavorato moltissimo con i giovani, con i bambini, attraverso gli oratori social, come gli Artigianelli dei Giuseppini del Murialdo a Cefalù, i ragazzi di Noi AliArt ad Alia, o la parrocchia di Montemaggiore Belsito.
Cosa resterà di questa esperienza “virtuale”?
Ormai non si torna indietro. Continueremo tutte quelle rubriche che possono consentire un coinvolgimento di persone e una diffusione del messaggio. Pensiamo a cosa è accaduto con le famiglie che hanno trasformato la loro casa in piccola chiesa, approfondendo il Vangelo, pregando insieme, vivendo tanti momenti. Rimarrà anche il numero verde, un’occasione di ascolto diretto dei problemi della gente; in questo periodo ho risposto io direttamente al telefono, ho raccolto richieste di aiuto, denunce forti di nuove povertà, di chi vive con lavori in nero o stagionali, oppure ha piccole imprese e si è ritrovato in ginocchio.
Fonte: Avvenire 12.05.2020