Il dato dell’Istat si riferisce al 2019 prima dell’emergenza Covid19 e i suoi effetti

19mila nascite in meno nel 2019 in Italia (-4,5%), 420.170 i bambini nati nello scorso anno, il dato peggiore dall’Unità d’Italia. E’ questo uno dei dati che emerge dal Rapporto Istat 2020 che si unisce ad un calo della popolazione residente di quasi 189mila unità, mezzo milione in meno in 5 anni.

Dietro ad ogni numero ci sono storie e vissuti, ci sono analisi da fare, ci sono cause da riconoscere e soluzioni da ricercare. La difficoltà dei giovani e delle famiglie sul piano economico, la mancanza di misure di sostegno reale alla genitorialità, i ritmi frenetici delle nostre vite sono le principali cause della scelta di rinviare il progetto di avere un figlio o alla rinuncia definitiva. Probabilmente l’emergenza che abbiamo affrontato e stiamo ancora affrontando segnerà ancora una volta in negativo la crescita demografica del nostro Paese: paura e incertezza, disagio economico e occupazionale, mancanza di supporto (economico e di welfare) alle famiglie non possono fare altro che rendere ancora più marcate le difficoltà e gli ostacoli verso la nascita di nuove vite.

Il nostro è un Paese vecchio, lo sentiamo dire da troppo tempo. Occorre ripensare e incrementare le misure a sostegno della natalità, con nuove misure che aiutino le famiglie a vivere serenamente l’arrivo di una vita, con un piano di accompagnamento alla nascita che consenta ai potenziali genitori di conciliare vita lavorativa e vita familiare. Per far ripartire le nascite sono necessarie politiche a sostegno della natalità con incentivi decisi, concreti e di lungo periodo, servizi più efficienti, maggiore flessibilità sul lavoro.

La fase post Covid, con le ferite che ha lasciato al tessuto sociale ed economico, segna una necessaria ripartenza, e forse scoprendo nuove scale di valori e mettendo al centro le famiglie, questo sarà possibile.