L’umanità oggi utilizza il 60% in più di quanto si possa rinnovare

Oggi 22 agosto l’uomo sta consumando le ultime risorse ecologiche che la Terra può rigenerare durante l’anno. Viene chiamato “Earth Overshoot Day”, giorno del sovrasfruttamento terrestre e a calcolarlo (leggi come) è il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali, cioè dell’impronta ecologica.

Una data che è stata posticipata di 3 settimane rispetto al 2019 a causa del lungo lockdown dovuto alla pandemia del Covid19: la riduzione dei consumi e l’azzeramento degli spostamenti ha influito fortemente sugli effetti delle attività umane sul Pianeta. Si calcola una riduzione del 9,3% dell'”impronta ecologica” dell’umanità.

“Quest’anno più che mai – sottolineano dalla Global Foodprint Network – l’Earth Overshoot Day offre un’opportunità senza precedenti per riflettere sul futuro che vogliamo. Gli sforzi per rispondere alla pandemia hanno dimostrato che è possibile spostare le tendenze del consumo di risorse ecologiche in un breve lasso di tempo. E abbiamo assistito a ciò che è possibile quando l’umanità si unisce per perseguire un risultato comune. Quale risultato comune può essere più importante del nostro successo a lungo termine sul nostro Pianeta?”

Occorrono nuove politiche ecologiche per una inversione di marcia che riduca il gap tra le risorse che la Terra mette a disposizione e quanto ne sfrutta l’uomo. Dobbiamo rivedere il nostro rapporto con la natura, il modo di produrre e consumare cibo, progettare in maniera più sostenibili le nostre città dove si prevede che entro il 2050 vivrà l’80% della popolazione mondiale. L’umanità oggi utilizza il 60% in più di quanto si possa rinnovare, continuiamo ad usare le risorse ecologiche come se vivessimo su una Terra più grande di 1,6 volte