Per la località Petralia-Castellana classe di idoneità C

Dura la reazione dei comuni delle Madonie dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi da parte della Sogin (Società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi).

“I Presidenti dei Consigli Comunali dei paesi della Madonie, preoccupatissimi per le allarmanti notizie riguardanti l’individuazione della Sicilia e dei Comuni delle Madonie come siti per il deposito di scorie nucleari, si incontreranno per decidere iniziative a livello istituzionale, a partire dalla convocazione dei Consigli comunali e anche a sostegno con le azioni promosse dai sindaci, per contrastare un disegno che darebbe un colpo di grazia alla già difficile situazione delle nostre aree interne – si legge in una nota pubblicata sulla pagina facebook del comune di Petralia Sottana-. Se il progetto andasse in porto verrebbero vanificati gli sforzi messi in campo per il nostro territorio che ha nella qualità ambientale uno dei punti di forza per il suo sviluppo”.

Con il nulla osta dei Ministeri dello Sviluppo e dell’Ambiente è arrivato il via libera alla Sogin per la pubblicazione della Cnapi, del progetto preliminare e i documenti per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Sono 67 i luoghi potenzialmente idonei in sette regioni (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia) e tra le aree indicate in Sicilia anche una zona tra Petralia Sottana e Castellana Sicula. Uno di quei luoghi che ha le condizioni tecniche per costruire il deposito. La località è indicata con una classe di idoneità C, una livello di idoneità basso.

Il progetto prevede la costruzione di un deposito all’interno del quale verranno inseriti moduli speciali contenenti rifiuti a loro volta saranno protetti da ulteriori sovrastrutture in calcestruzzo armato.

Quanto alla tipologia di rifiuti che verranno contenute in queste strutture, si tratterà prevalentemente di scorie provenienti dal mondo medico e ospedaliero, come nel caso di sostanze radioattive utilizzate, per esempio, per la diagnostica radiologica e per le terapie anti-tumorali.

Con la pubblicazione della Carta si da avvio alla “fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale”.