È trascorso poco più di un mese dall’incontro del 29 ottobre scorso in aula Paolo VI con Papa Francesco. Una delle tappe di “Segni del Tempo”. Un percorso iniziato nel tempo estivo che vede protagonisti i giovani delle nostre chiese locali. Anche la nostra diocesi era presente per ascoltare le parole che il Papa ha rivolto a ciascun giovane, ai quali ha ricordato che anche a lui sta a cuore la parrocchia, luogo in cui si cresce in cui si sperimenta la bellezza di crescere insieme, perché l’Azione Cattolica vive dentro la parrocchia, “e lì già si impara tantissimo di che cosa significa far parte di una comunità cristiana: partecipare, condividere, collaborare e pregare insieme…”. Vivere un cammino che diventa esperienza per ognuno “Questo è molto importante: imparare attraverso l’esperienza che nella Chiesa siamo tutti fratelli per il Battesimo; che tutti siamo protagonisti e responsabili; che abbiamo doni diversi e tutti per il bene della comunità; che la vita è vocazione, seguire Gesù; che la fede è un dono da donare, un dono da testimoniare.”. Ci ricordato inoltre il Papa, anche nell’Esortazione Christus vivit, che Cristo è presente nel nostro cammino e lo Spirito Santo ci aiuta ad uscire da noi stessi per creare relazioni di vita. La conclusione delle sue parole è stata l’augurio per i giovani “Giovani credenti, responsabili e credibili: questo io vi auguro.”

Ma Segni del Tempo è un percorso più grande. Ciascun giovane fa parte di questa storia, la vive oggi nel proprio quotidiano, partendo dalla propria vita. Giovani che scelgono di spendersi, consapevoli della presenza del Signore, divenendo segni speranza. Ogni giovane è un segno di questo tempo, con ogni parte della propria vita, con tutte le sfumature che la rendono unica e irripetibile, e da laico testimonia la bellezza dell’incontro con Cristo. In ogni luogo in cui si è chiamati si può essere testimoni e ascoltare la bellezza dell’altro che è accanto, con impegno a costruire il bene, con lo sguardo attento verso ciò che accade. Il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Giuseppe Notarstefano, nel saluto rivolto a Papa Francesco, durante l’incontro ha detto: “La cura per la città e la buona politica a servizio dei più fragili, l’accoglienza dei migranti e la sfida della legalità, la cultura popolare e lo sport insieme alla scuola, l’università e il lavoro sono gli ambienti della vita di tutti i giorni dove i giovani imparano a leggere i Segni dei tempi ma anche diventare loro stessi segno di un tempo nuovo, di un nuovo inizio.”. Continuando: “L’Azione cattolica italiana è stata storicamente ed è ancora oggi un’intuizione e una passione dei giovani, una esperienza dove impastare giorno per giorno la fede con la vita, un luogo dove poter vivere in pienezza l’amicizia con il Signore che non di rado diventa un luminoso esempio per tutti come per Alberto Marvelli, Pina Suriano, Gino Pistoni, Armida Barelli e Piergiorgio Frassati e una folta schiera di Santi e Beati che ancora oggi sorreggono e sostengono il cammino dei giovani di Ac.”

Le nostre comunità, l’AC e tutta la Chiesa sono chiamati dai nostri giovani a prendere consapevolezza e lasciarsi rigenerare dalle loro domande di vita, dal loro modo di ricercare la verità e il bene, dai loro sentimenti di giustizia, che diventano segni di Speranza che stanno già tracciando e disegnando il nostro oggi, in una chiesa che è preziosa grazie alla presenza di ciascuno.