Mia cara Quaresima,

anche quest’anno ritorni ad abitare in mezzo a Noi.

Ti è concesso di poterlo fare per soli quaranta giorni. A dirla in poche battute, ti abbiamo dato una breve vita. Ti abbiamo, inoltre, attribuito il viola come simbolico colore di identificazione. Quel colore che indica mistero e paura. Il colore, insieme al nero, della morte. Quello che nel mondo dello spettacolo nessuno vuole mai indossare perché il diktat della superstizione ha sancito che porti sfortuna. Ma non basta. I tuoi giorni di vita dovrebbero essere per noi quelli siglati dalla penitenza e dalla rinuncia. Un tempo, quelli della “grande” mortificazione e riparazione. Di quest’ultime oggi, a dire il vero, ne restano solo delle “arrugginite” ceneri. Depositate, raccolte e infiorettate su quei vassoi e piatti di quanti, con il loro “sudato” impegno, fanno a meno di dolci e dolcini, di fettine di prosciutto e pezzetti di würstel su calde pizze e gustosi condimenti. Soprattutto nel giorno di venerdì.

Insomma, mia cara Quaresima, non sei nata con la camicia, non hai avuto una vita facile. E non riesci ad averla anche oggi.

Abbiamo creato un forte distanziamento spirituale, pastorale/sacramentale e culturale tra il tuo cammino e l’unica tua “meta”: la meta pasquale. Si è pianificata su di te una sorta di permuta, biblicamente ed evangelicamente illegittima. Quella tra la gioiosa via “lucis” della conversione del cuore e della coscienza e, il “cieco” vicolo dei precettini e delle devozioncine fai da te dal dolce gusto del mordi e fuggi. 

Possibilmente sarai fortemente arrabbiata con noi. Soprattutto perché abbiamo cancellato dalla tua carta di identità, come segni particolari, quelli della scoperta-riscoperta del battesimo, della coerenza alla vita battesimale, della speranza e della giustizia, apponendovi quelli delle “incipriate” cerimonie occasionali, del buonismo e della rassegnazione.

Eppure, la scorsa domenica, spiazzando tutto e tutti, hai deciso di fare capolino nelle nostre assemblee con una pre-visita lampo. Hai voluto, come nobile signora del perdono e dell’attesa, donarci il tuo biglietto da visita. In esso vi è contenuta la password per entrare nel tempo “santo” dei tuoi quaranta giorni e poi per partecipare al banchetto del Risorto. L’hai presa in prestito dal tuo e nostro Maestro. Dalla Sua Parola della scorsa domenica: «E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?».

La password che oggi, all’inizio dei tuoi quaranta giorni, tutti dobbiamo digitare con i polpastrelli della carità e le labbra del nostro cuore è “il saluto va donato tutti”. Cliccandola, come uno tra i primi impegni quotidiani di vita cristiana, avremo la gioia di poter cominciare a celebrare una quaresima cristiana. E non pagana. Ovvero, una Pasqua Santa che indossa solo il bianco “paramento” della Pace.

Santa Quaresima.