Cara sorella, caro fratello,
Ogni volta che riceviamo un invito sperimentiamo la gioia di sapere che l’altro si è ricordato di noi. Di me. Di Te.
Comprendiamo bene come l’altro desideri incontrarci. È una richiesta di relazione. Di comunione. Di condivisione.
Ci fa sentire subito “importanti”. Pensati e voluti bene.
Al contrario, è successo a noi tutti, talvolta, di avere pure sofferto e pianto per un invito atteso, desiderato e non arrivato. Ci siamo sentiti scartati. Messi da parte. Inaspettatamente traditi.
A volte, l’epilogo finale con il “Giuda” della situazione approda ad una amara e repentina rottura di ogni tipo di relazione. Tanti anni fa, col dirsi faccia a faccia: “Un siemu chiu nenti”. “Cu tia nun ci vuogliu aviri chiu a chi fari”. Oggi, invece, le modalità sono altre. Si sono “virtualizzate”. Ti cancello subito dalla lista dei miei contatti telefonici. Ti tolgo da “amico” su Facebook. Abbandono immediato da quei diversi gruppi whatsapp dove, insieme a tanti altri partecipanti alle comuni “comitive” social, ogni mattina ci siamo scambiati il nostro buondì. Con l’incalzante postare di immagini di tazzine di caffè e cappuccini fumeggianti con deliziosi biscottini, cuoricini pulsanti, rose e fiorellini a costo zero.
E perfino con immaginette mozzafiato di Madonnine, Gesù e angioletti benedicenti.
Caro fratello e cara sorella,
anche adesso sei raggiunto da un invito. A dire il vero, è un po’ diverso da quelli affettivo-tradizionali. Da quelli legati a eventi che meritano una festa particolare: compleanni, lauree, addio ai celibati, matrimoni. Non vogliamo deluderti, ma è corretto che ti diciamo che non è previsto un pranzo o una cena con antipasti, primi e secondi piatti, contorni e mega torte con candeline. Non avrai un tavolo con un posto già assegnato per te. Niente giochi d’artificio a conclusione e bomboniere da ritirare. Però siamo già in grado di comunicarti che stiamo provando ad abbozzare una sorta di menù anche se privo di portate da consumare. Ti diamo qualche ragguaglio su quelle che chiamiamo le “degustazioni battesimali” da condire con l’intelligenza della fede.
Sei invitato a partecipare, se lo vuoi, a un cammino di formazione, di catechesi biblico e liturgica. A un percorso che cercherà, per quanto ci sarà possibile, di dare “vita” alla nostra fede, a ogni sacramento ricevuto e celebrato, a partire dal nostro battesimo. Cercheremo insieme di scoprire senso e significato del nostro essere figli di Dio, popolo di Dio, discepoli di Cristo e figli della Chiesa. Comunità cristiana.
Lo faremo ponendoci all’ascolto della Parola di Dio e del Signore. Lo faremo insieme cercando di entrare a poco a poco nella comprensione più bella e vera del nostro celebrare l’Eucarestia. Ci lasceremo guidare in questo iter sinodale dalle materne mani della liturgia e dalla voce profetica dei documenti del Concilio. Ti aspettiamo martedì 21 novembre alle ore 21:00 a Scillato o martedì 28 novembre alle ore 21:00 a Collesano.
La porticina del nostro Santuario e la porta della nostra Sala della Misericordia saranno aperte anche per Te. Lo sarà per tutti coloro che cerchiamo quel cibo che possa far circolare nel nostro sangue tutte le piastrine e l’emoglobina necessaria per potere amare noi stessi e il prossimo. Quel cibo che nessun ristorante superstellato e con gli chef più rinomati potrà mai offrirti. Perché darà “ristoro” alla mente, al cuore, all’ intelletto, alla coscienza. A ogni corpo che vuole già sperimentare nell’oggi le primizie della Resurrezione.
Ti aspettiamo, invitandoti caldamente ad estendere l’invito anche ad altri.