Necessità di rianimare questa terra e rispondere con i fatti allo spopolamento

Contro lo spopolamento si deve intervenire subito facendo “fronte comune” con enti e amministrazioni. È questa la strada tracciata dai Vescovi di Sicilia durante la seduta invernale della Conferenza Episcopale Siciliana dal 13 al 15 gennaio 2020 a Palermo. I Vescovi sentono sulle proprie spalle il peso del problema dello spopolamento della Sicilia e chiedono di “rispondere con i fatti all’emorragia di giovani che continuano ad andar via”.

I Vescovi, su proposta della Commissione Presbiterale siciliana, hanno ascoltato l’esperienza di don Antonio Garau, fondatore del Movimento delle Valigie di cartone, che insieme ad altri movimenti da mesi organizzano incontri, manifestazioni, sit in per riportare al centro del dibattito pubblico e di quello politico il problema dell’“emigrazione forzata” e lo spopolamento che colpisce la nostra regione, dando voce alle famiglie e ai giovani che sono costretti a lasciare la propria terra nella speranza di una vita più dignitosa lontani dalla Sicilia.

Le diocesi hanno già avviato percorsi “per la promozione della cultura di impresa e della cooperazione, l’ecologia integrale, lo sviluppo di comunità e l’impegno di sensibilizzare le parrocchie verso la pastorale sociale come ambito di evangelizzazione”.

Un esempio è quello del Laboratorio della Speranza fortemente voluto dal Vescovo di Cefalù mons. Giuseppe Marciante, l’Itinerarium Pulchritudinis e i vari progetti che si svilupperanno nei prossimi mesi promossi dall’omonima fondazione.

Ma non basta l’impegno dei Vescovi. È necessario fare “fronte comune con enti e amministrazioni”, così come auspicano i vescovi stessi, per poter fronteggiare un’emorragia senza sosta di giovani e meno giovani per poter dare voce alle fasce di popolazione sofferenti e aiutare e accompagnare chi “può praticare un’economia diversa in Sicilia” con l’obiettivo di rianimare e dare nuova speranza alla terra siciliana.